Abbiamo appena finito di recensire Rush Hour (Thinkfun) e Squirrels Go Nuts (Smart Games) e… non è stato affatto facile!
Non lo è stato perché noi per prime ci siamo trovate su diverse posizioni, e non tanto per una questione teorica quanto prettamente esperienziale. Ma non solo, da qui si sono aperte altre domande e riflessioni rispetto a quando un’abilità può definirsi “complessa”, al ruolo delle funzioni esecutive nel pensiero logico, al perché non è poi così semplice mediare tali attività…
La conclusione? Ci si arrangia come si può! Ossia: in tali giochi più che in altri, ciascuno si appoggia sulle migliori risorse che ha e deve tenere sott’occhio i propri difetti, perciò risulta vincente essere consapevoli delle proprie risorse.
Cos’hanno questi due giochi di così particolare?
Perché ci hanno messo in crisi?
Perché a livello di ragionamento sono meno “lineari” di quelli che coinvolgono funzioni esecutive più semplici, quali memoria di lavoro, controllo inibitorio e flessibilità.
La pianificazione, che è il grande comun denominatore dei due giochi in oggetto, è una funzione complessa che richiede di reclutare contemporaneamente diverse sottoabilità e farle dialogare in modo sinergico nell’ottica di raggiungere un obiettivo (ad esempio mantenere in memoria delle informazioni, metterle in dialogo tra loro e riorganizzarle secondo principi logici, verificarle per poter costruire su di esse i passaggi successivi).
Allora, se sembra così chiaro, perché non è stato semplice parlarne?
Perché Marta e Margherita hanno punti di forza differenti, e su queste differenze hanno costruito il loro piano d’azione.
Ma come fare, allora, a mediare tali attività, se la strada è individuale e personale?
Il primo passo è quello di riconoscere questo fatto, ovvero che l’origine del ragionamento è individuale, in modo da riconoscere anche il possibile diverso pensiero della persona mediata.
Il secondo passo è aiutare a prendere consapevolezza di questo punto di partenza, in modo da aver chiara la base che reggerà le successive elaborazioni.
Infine, può essere utile - a volte necessario - accompagnare il ragionamento in modo da garantire che esso continui a procedere sulla stessa base di partenza e non abbia assunto regole diverse, poiché questo romperebbe la catena consequenziale che di norma regola i ragionamenti logici.
Viene dunque richiesto un tipo di mediazione più globale e, forse, più distante, ma in grado di stimolare la ricerca individuale di risorse e strategie, che è poi quello che si dovrebbe fare con il progetto educativo di qualunque soggetto.